La ferrovia italiana di Napoli ha fatto la storia! Ben prima dell’Unità d’Italia fu realizzata la linea da Napoli a Portici. Era il 1839 quando iniziarono le attività della stazione della famiglia Bayard. Con l’Unità di Italia, invece, iniziarono i lavori per quella che oggi è l’attuale stazione centrale di Napoli.
Il progetto originario realizzato dall’architetto francese Paul Amilhan e da Nicola Breglia fu terminato nel 1876. All’epoca, la stazione centrale di Napoli si trovava 100 metri più avanti di quella attuale. Aveva un solo piano di edificio e c’era un lungo porticato con delle strutture in ferro e vetro per filtrare la luce.
Napoli Centrale, com’è cambiata
La stazione centrale di Napoli è cambiata molto nel tempo. All’inizio i binari della stazione centrale di Napoli erano solo 6. La stazione venne ampliata con un piano regolatore del 1939 e con un progetto terminato nel 1960 che vedeva la coordinazione di Carlo Cocchia. Dopo la demolizione delle strutture preesistenti, furono coinvolte importanti maestri dell’architettura dell’epoca: Pierluigi Nervi, Bruno Zevi, Giulio De Luca, Luigi Piccinato e Giuseppe Vaccaro. In questo periodo la stazione assunse alcuni elementi che ne caratterizzano ancora oggi l’iconografia: il tetto dai blocchi piramidali e i grandi pilastri a tre piedi. I binari passarono da 6 a 24.
Non si finisce mai di migliorare o di raggiungere uno stato di soddisfazione. Proprio per questo la stazione centrale di Napoli è in un processo di continuo miglioramento. Il grande progetto a firma di Dominique Perrault per adeguare la stazione centrale di Napoli al circuito delle Grandi Stazioni non è ancora del tutto terminato. Nel frattempo, sono però visibili i primi risultati nel grande reticolato che copre la maggior parte di Piazza Garibaldi e dai campetti da gioco. Il cambiamento più evidente è anche l’ampliamento della Galleria Commerciale, ora nuovo punto di riferimento della città.
