Anche sul Natale noi napoletani abbiamo sempre qualcosa da dire e in un modo che resta indubbiamente impresso!
Spesso assimiliamo modi di dire in napoletano senza neanche comprenderne il significato più profondo. A Napoli si usano ancora dei modi di dire legati al Natale le cui origini sono molto interessanti. Anche da questi proverbi e modi di dire, infatti, si riescono a leggere le situazioni della quotidianità di questa città che non sembrano poi così distanti da quelle attuali.
3 detti napoletani sul Natale
- Comme Catarenea, accussì Barbarea; come Barbrea, accussì Natalea
Questo detto si riferisce al tempo in 2 modi. Il primo, secondo alcune date del calendario. Infatti, come arriverà il 25 novembre – giorno di Santa Caterina – così arriverà Santa Barbara (4 dicembre) e Natale. Il senso più profondo di questo detto però sta nelle implicazioni meteorologiche. Infatti, il clima di queste tre giornate sarebbe legato e se fa bel tempo a Santa Barbara allora anche a Natale ci sarà bel tempo.
- A Natale tutte scurzetelle, a Pasca tutte mullechelle
Il modo di dire napoletano si riferisce alle abitudini alimentari dei napoletani durante 2 feste comandate, Natale e Pasqua. Inatti, le scurzetelle sono i gusci della frutta secca solitamente consumata durante il periodo natalizio, e le mullechelle sono i dolci pasquali.
- Mo vene Natale, nun teng denare
Probabilmente conoscerete già questo modo di dire anche se non siete napoletani. Infatti, si tratta di un celebre modo di dire che è tratto da una vecchia filastrocca. “Mo vene Natale, nun teng denare” fa anche parte di una canzone napoletana di Renato Carosone.“Nuvena nuvena / mo vene Natale / nun tengo denare / m’appiccio ‘na pippa / e me vaco a cuccà”.
Il brano narra proprio delle difficoltà economiche delle famiglie partenopee che non riuscivano neanche a permettersi di festeggiare il Natale o comprare dei regali.